• Pubblicata il
  • Autore: BEDDAFESSA
  • Categoria: Racconti etero
IL VECCHIO GENTILUOMO – parte uno – Militello (Catania) - Messina Trasgressiva

IL VECCHIO GENTILUOMO – parte uno – Militello (Catania) - Messina Trasgressiva

Ero alla festa di compleanno di ******, la giovane padrona dell'azienda vinicola in cui lavoro. Compiva 25 anni e aveva deciso di organizzare un party “obbligatorio” per tutti i dipendenti. In realtà era la figlia del vero proprietario, don *********, vedovo che si era trasferito in sud america per evitare guai con la giustizia italiana. ****** gestiva l'azienda di famiglia solo in apparenza, era il padre a comandare tutto, tramite telefono e skype (con l'aiuto dell'altro figlio ******). Tutti i colleghi, giovani e vecchi, maschi e femmine, facevano finta di divertirsi, mangiavano cannoli, bevevano il vino dell'azienda e ballavano, ballavano come pupi. Io invece stavo in piedi, osservavo gli altri e non vedevo l'ora di andarmene. Non avevo nessuna voglia di ballare, perciò ho deciso di lasciare la sala. Sulla veranda ho visto un tipo coi capelli bianchi che fumava un sigaro facendo nuvole di fumo. Sembrava mezzo ubriaco e aveva gli occhi lucidi, come se avesse pianto da poco. Mi sono fermata lontano da lui e ho acceso una sigaretta, pensavo che mi avrebbe lasciato in pace, invece mi ha guardato a lungo e si è avvicinato. - Perdoni la mia sfrontatezza di vecchio, ma la sua bellezza è così abbagliante che non posso fare a meno di chiedere se acconsente a fare un ballo con me. Ha detto con un tono suadente e misterioso. Anche se aveva sicuramente passato i 65, era un uomo e aveva un certo fascino. - No grazie, io non ballo... - Capisco che una creatura così graziosa non voglia mescolarsi alla folla, perciò le chiedo di concedermi un ballo qui, sulla veranda. Appena il disk jockey avrà la bontà di mettere un lento, per favore, mi conceda questo privilegio. La sua gentilezza fuori moda e il modo di fare da gentleman di altri tempi, mi ha incuriosito. Come se non bastasse, mi ha ricordato la fastidiosa voglia di minchia e che, dopo l'ultimo litigio col mio ex di turno, non facevo una sana scopata da più di un mese. Ho annuito con un cenno della testa. - Va bene, ma dubito che il disk jockey abbia dei lenti in scaletta... Mi ha baciato la mano in segno di ringraziamento e poi è andato dentro, dove tutti ballavano al ritmo della techno-music. Tempo due minuti e, come per incanto, appena è ricomparso sono partiti due lenti strepitosi: “Only you” dei Platters e “Come saprei” di Giorgia. Ha sorriso e mi ha afferrato la vita, guardandomi negli occhi e facendomi sentire vulnerabile. Era decisamente più alto rispetto a me. Nonostante le rughe e i capelli grigi, era ancora attraente, un po' in sovrappeso, ma non troppo. Mentre ballavamo il secondo lento, ha strofinato il suo “pacco” sul mio ventre per testare la mia reazione e, visto che non ho opposto ostacoli, mi ha accompagnato verso il prato, dove c'era il suo Suv coi vetri oscurati. Senza che nessuno ci notasse, con il volume della musica che si affievoliva per la distanza, siamo arrivati al suo trans Davvero, non era un semplice Suv, piuttosto una nave da crociera. CONTINUA

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